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Carlo Molari teologo intervista libro

Carlo Molari: “Dio non fa. Egli fa sì che le cose si facciano”

È il più grande teologo italiano dei nostri giorni, ha scritto su Twitter recentemente Vito Mancuso. E io sono d’accordo con lui. Carlo Molari, aiutante di studio all’ex Sant’Uffizio e poi docente di dogmatica nell’Università Urbaniana, nel 1978 chiese la pensione dopo che la prefazione al Dizionario teologico (Borla 1972) e il libro “La fede e il suo linguaggio” (Cittadella, Assisi 1972) vennero accusati di sostenere posizioni non conformi alla dottrina. I censori non accettavano il fatto che di Dio non si possa dire nulla di definitivo in quanto la sua comprensione cresce con l’evolversi dell’uomo e delle sue capacità cognitive. Un pensiero su cui oggi in tanti concordano e messo in pagina da Molari in un poderoso volume edito da Gabrielli: “Il cammino spirituale del cristiano”. Qui parlo con lui di questo libro, della sua vita, e della sua visione del cristianesimo che sento del tutto vicino alla mia.

Iraq5

Parla Bishman Farouk Khalil, capo degli yazidi, la minoranza che ha ispirato il viaggio del Papa in Iraq

Sabato 8 marzo, mentre sulla piana di Ur con gli altri giornalisti eravamo in attesa che arrivasse Papa Francesco per una delle tappe più importante del suo viaggio in Iraq, ho parlato per qualche minuto con leader religioso degli Yazidi, la minoranza che ha ispirato il viaggio del Papa in Iraq. Si chiama Bishman Farouk Khalil, ha 54 anni, è membro dello Yazidi Spiritual Council. Mi ha raccontato di sé e delle attese per l’arrivo del Papa.

Bruck6

Edith Bruck, sopravvissuta ad Auschwitz: “Solo la carta poteva sopportare le mie parole. Per questo ho iniziato a scrivere”

«La carta era l’unica che poteva sopportare le mie parole. Per questo ho iniziato a scrivere».

Sono diversi i motivi che spingono una persona a scrivere. Edith Bruck, poetessa ungherese sopravvissuta ai campi di sterminio che due giorni fa ha ricevuto la visita di Francesco, ha iniziato perché una volta finita la Shoah nessuno voleva ascoltarla. Le sue parole erano indigeste a tutti, solo la carta fu in grado di accoglierle.

Carlo Molari teologo intervista libro

Carlo Molari: “Dio non fa. Egli fa sì che le cose si facciano”

È il più grande teologo italiano dei nostri giorni, ha scritto su Twitter recentemente Vito Mancuso. E io sono d’accordo con lui. Carlo Molari, aiutante di studio all’ex Sant’Uffizio e poi docente di dogmatica nell’Università Urbaniana, nel 1978 chiese la pensione dopo che la prefazione al Dizionario teologico (Borla 1972) e il libro “La fede e il suo linguaggio” (Cittadella, Assisi 1972) vennero accusati di sostenere posizioni non conformi alla dottrina. I censori non accettavano il fatto che di Dio non si possa dire nulla di definitivo in quanto la sua comprensione cresce con l’evolversi dell’uomo e delle sue capacità cognitive. Un pensiero su cui oggi in tanti concordano e messo in pagina da Molari in un poderoso volume edito da Gabrielli: “Il cammino spirituale del cristiano”. Qui parlo con lui di questo libro, della sua vita, e della sua visione del cristianesimo che sento del tutto vicino alla mia.

Iraq5

Parla Bishman Farouk Khalil, capo degli yazidi, la minoranza che ha ispirato il viaggio del Papa in Iraq

Sabato 8 marzo, mentre sulla piana di Ur con gli altri giornalisti eravamo in attesa che arrivasse Papa Francesco per una delle tappe più importante del suo viaggio in Iraq, ho parlato per qualche minuto con leader religioso degli Yazidi, la minoranza che ha ispirato il viaggio del Papa in Iraq. Si chiama Bishman Farouk Khalil, ha 54 anni, è membro dello Yazidi Spiritual Council. Mi ha raccontato di sé e delle attese per l’arrivo del Papa.

Bruck6

Edith Bruck, sopravvissuta ad Auschwitz: “Solo la carta poteva sopportare le mie parole. Per questo ho iniziato a scrivere”

«La carta era l’unica che poteva sopportare le mie parole. Per questo ho iniziato a scrivere».

Sono diversi i motivi che spingono una persona a scrivere. Edith Bruck, poetessa ungherese sopravvissuta ai campi di sterminio che due giorni fa ha ricevuto la visita di Francesco, ha iniziato perché una volta finita la Shoah nessuno voleva ascoltarla. Le sue parole erano indigeste a tutti, solo la carta fu in grado di accoglierle.

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