Di Angela Volpini mi ha parlato la prima volta nel 2016 Antonella Lumini, eremita in un appartamento nel centro di Firenze, con la quale ho scritto per Einaudi un libro dedicato alla sua vita e al tema del silenzio intitolato “La custode del silenzio”. Fu lei a dirmi: “Il compimento del mio pensiero è Angela Volpini, la sua visione avuta da Maria”. Incuriosito sono andato a trovare Angela a casa sua, a Casanova Staffora, dopo un lungo viaggio da Roma. Ho visitato i luoghi dove ebbe le apparizioni, ho ascoltato la sua storia da subito percependo che in lei e nella sua visione c’era qualcosa di unico e irripetibile. Le sue visioni sono dissimili rispetto a molte altre, ad esempio a quanto Maria ha comunicato a Lourdes.
C’è nel messaggio che Maria ha affidato ad Angela qualcosa di nuovo, capace di trasfigurare, pur senza negare nulla, il contenuto stesso della rivelazione, o meglio il contenuto della rivelazione così come ci è stato tramandato e insegnato. Al centro ritorna una parola, auto creazione, che di primo acchito, destabilizza: il compimento dell’uomo non è nelle mani di un Dio onnipotente che tutto governa e tutto dispone, ma, vertiginosamente, nelle mani dell’uomo capace di amare e ricevere amore, una volontà finalizzata al bene a cui anche la volontà di Dio in qualche modo si piega. È un Dio come impotente, quello che Angela mostra, silenzioso e remissivo di fronte al nostro desiderio di compimento.
E insieme attivo, desideroso che questo compimento, nostro, unico e irripetibile, abbia luogo. Angela ha ricevuto questa visione in nove anni di apparizioni, dal giugno del 1947 al giugno del 1956, dall’età di sette anni all’età di sedici. Un tempo lungo nel quale ha assimilato e fatto proprie le parole di Maria, decidendo poi di comunicarle a beneficio di tutti. Questo mio nuovo libro che ho scritto insieme a lei – “Dio non è nascosto. L’ultima mistica si racconta”, Edizioni San Paolo – vuole essere semplicemente un contributo in più in questo non facile lavoro di comunicazione. Un contributo nel quale il mio compito non è stato altro se non quello di raccogliere le parole di Angela e trascriverle nel modo migliore possibile, a beneficio di chi vuole leggerle, di chi ha sete di verità, di chi desidera essere felice ma non sa come fare.
Il messaggio di Angela lo vedo come una spirale, non lo si comprende infatti una volta per tutte, ma occorre lasciarsi avvolgere senza pretendere di aver chiaro da subito ogni cosa. A undici anni Angela, dopo che l’autorità ecclesiastica l’aveva a lungo vessata per cercare di capire se fosse pazza, decise di leggere il Vangelo senza più chiedere o sottostare a interpretazioni altrui. Fu allora che si accorse che tutti i testi rispondevano alla visione che aveva avuto da Maria. E fu allora che decise di parlare di quanto Maria le aveva comunicato senza pensare più alla reazione delle gerarchie. Comunicare con le sue semplici parole lasciando poi a Maria il compito di aiutarla. Far capire alle persone che incontrava il loro valore fu il primo compito di Angela.
Sapeva, infatti, che soltanto aiutando le persone a comprendere il proprio valore potevano smettere di soffrire. Ci sono alcuni passi del Vangelo nei quali Angela si ritrova maggiormente. Uno di questi è l’incontro di Gesù con Nicodemo. Gesù dice a Nicodemo: “Credimi, nessun potrà vedere il regno di Dio se non nasce nuovamente”. Gesù ha detto a Nicodemo quello che Maria ha fatto capire ad Angela: da Dio e dagli esseri umani che ci hanno preceduto abbiamo ricevuto la vita umana, ma la nostra personale soggettività o la creiamo noi o non ci sarà. Questo il nucleo del messaggio di Angela: ogni uomo è infinite possibilità, ha in sé la possibilità di crearsi, dipende da lui solo.
Nascere di nuovo, in fondo, non significa portare alla luce, incarnare, l’esigenza di bene, d’infinito che ogni uomo ha in sé? Si chiama auto creazione: nascere a sé stessi, nascere dall’alto, il compimento della storia umana, il compimento dell’uomo. Dio ci vede come esseri unici, capaci di condividere la sua qualità che è l’amore. Tutti siamo destinati al compimento, tutti siamo invitati al banchetto del re, a compiere il nostro desiderio. Spetta però a noi agire, fare, credere nella nostra realizzazione. Essere ciò che desideriamo. È un cammino a volte non facile, ma che ognuno può compiere. Rinascere, ricrearci. Un cammino verso la felicità.